Recensione: PES 2011, Piattaforma: Xbox 360/PS3

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Miloš 27 ~
CAT_IMG Posted on 9/5/2011, 15:03     +1   -1






E' possibile stravolgere una serie aggiungendo nuove modalità, nuove opzioni ed un nuovo sistema di controllo, e riuscire al contempo a rimanere clamorosamente ancorati ad un concetto di gioco a dir poco datato e mai al passo coi tempi ? La risposta è indiscutibilmente si, e Pro Evolution Soccer ne rappresenta, purtroppo, la dimostrazione più eclatante.

Squadra che non vince si cambia
Partiamo dalla parte più facile, ovvero dal descrivere cosa non è Pro Evolution Soccer 2011. Sicuramente il nuovo PES non è un clone del precedente episodio, e questa di per se è già una notizia. Dopo aver sfornato titoli fotocopia sempre più sbiaditi, in casa Konami devono aver infatti capito che fosse giunto il momento di operare un drastico cambio di rotta, un fondamentale taglio col passato per riconquistare terreno nei confronti dell'eterno rivale di sempre (FIFA) e soprattutto parte della credibilità persa nel corso di questi ultimi anni. Con la versione 2011, spazio dunque a nuove scelte sia in ambito contenutistico che soprattutto a livello di gameplay, con buona pace di quanti ritenevano il sistema di gioco alla base degli ultimi episodi (specialmente nella loro veste in alta risoluzione) di per se già piuttosto performante.

Sotto il profilo prettamente contenutistico Pro Evolution Soccer 2011 non si discosta più di tanto dal suo predecessore, presentando come da prassi le solite opzioni che spaziano dalla classica partita di Esibizione, alle altrettanto consuete modalità Coppe e Campionato, fino alle ben più interessanti Champions League, Master League e Diventa un Mito, che rappresentano anche il vero cuore del gioco sul fronte single player.
Rispetto allo scorso anno, trovano invece uno spazio tutto nuovo le modalità Coppa Libertadores e Master League Online, legate rispettivamente al torneo per club più importante del Sudamerica, ed all'opportunità di vivere l'esperienza della vecchia cara Master League in ottica multi giocatore.
Pur riconoscendo l'enorme fascino della Libertadores (ma rassegnatevi all'idea di disputare una competizione che annovererà sia compagini storiche che club di pura fantasia inseriti al solo scopo di ovviare all'annoso problema delle licenze incomplete) è chiaro la Master League Online rappresenta il vero valore aggiunto di questa nuova edizione di PES.
Sviluppata sulla falsariga della Master League più tradizionale, la Master League Online consente di affrontare tornei multiplayer (della durata di un giorno, una settimana o un mese) alla guida della propria squadra del cuore, e di gestirne come da prassi sia l'aspetto tecnico /atletico che quello più prettamente manageriale. Contrariamente "al solito", in questa occasione il secondo aspetto rappresenta però il vero fattore determinante della sopraccitata modalità, visto che da questo dipenderà non solo la capacità di migliorare il proprio team (attraverso le sessioni di mercato), ma anche la prosecuzione all'interno del torneo stesso.

Con un sistema decisamente azzeccato legato alla necessità di sborsare una quota di ingresso per ogni singolo match (a prescindere dal fatto che possa trattarsi di un'amichevole o di un incontro valido per il torneo) ed alla ripartizione del denaro in funzione del risultato (entrambi legati a doppio filo con il livello delle squadre coinvolte nell'incontro), il gioco obbliga in sostanza a gestire il proprio denaro in maniera decisamente più oculata, al fine di non incappare nella necessità di dover vendere i propri pezzi pregiati per ovviare ad un eventuale assenza di fondi, o peggio ancora di rinunciare alla disputa stessa degli incontri “di cartello” nel tentativo di evitare la classica schermata di game over post bancarotta.
Il tutto ben sapendo che il valore di ogni singolo giocatore sarà determinato non solo dalle proprie qualità e dai risultati ottenuti dal team di appartenenza, ma anche da un fattore moltiplicatore (praticamente ingestibile) definito in base al numero di utenti in possesso dello stesso calciatore (paradossalmente un giocatore di valore tutto sommato modesto potrebbe costare più di un campione se il rapporto fra i due in termini di presenza nei club, fosse decisamente sbilanciato in favore del primo), fatto questo avrà come diretta conseguenza quella di complicare e non poco la vita all'operatore di turno sia in fase di acquisto che in fase di vendita dei propri assistiti.

Dribbla che ti passa
A prescindere dalla modalità di gioco e dal livello di difficoltà selezionato, è chiaro che anche questa edizione di Pro Evolution Soccer non può prescindere dall'immancabile menu pre-partita.
Anche in questa occasione il team di sviluppo non si è limitato soltanto a proporre la solita, smisurata, sequenza di opzioni dedicate alla formazione, alle tattiche ed all'atteggiamento di ogni singolo giocatore in campo, badando piuttosto a garantire alcune interessanti varianti al tema.
Tralasciando alcune innovazioni minori come la presenza di un nuovo piano di gioco rivisto in chiave Drag and Drop (sarà fondamentalmente possibile usare lo stick analogico di sinistra come un mouse ed intervenire direttamente sulla posizione e sull'atteggiamento in campo di tutti giocatori), è chiaro che gran parte dell'interesse è rivolto al famigerato sistema di Skills.
Attivabile tramite l'uso del grilletto sinistro ed il movimento dello stick analogico di Destra lungo le quattro direttrici principali, tale opzione consente in sostanza di configurare a proprio piacimento le quattro catene di finte ed abilità personalizzate disponibili nel corso del gioco, e di utilizzarle in qualunque momento, per sorprendere avversari e compagni di squadre con azioni difficilmente replicabili con il metodo più classico.
Peccato che se da un lato l'espediente ha il merito di innalzare a dismisura il livello di spettacolarità di ogni singola azione (ma la riuscita delle skills dipenderà ovviamente anche dalle caratteristiche del giocatore che tenterà di eseguirle), dall'altro l'eccesiva semplificazione del sistema di finte (cosa pensereste se un picchiaduro mettesse a disposizione un sistema automatico di combo?) ha l'effetto di abbassare drasticamente il livello di difficoltà proposto dal gioco, risultando infine perfino controproducente in termini di livello di sfida, specie se utilizzato nel corso di una partita in modalità multiplayer.

In campo è un nuovo PES...
Giunti sul terreno di gioco, sono sufficienti pochi istanti per rendersi conto delle notevoli differenze che intercorrono tra questo Pro Evolution Soccer 2011 ed il suo fratello maggiore. In questa occasione i giocatori sembrano innanzitutto aver acquistato più peso specifico e maggiore inerzia nei movimenti sul campo, palesando di fatto una notevole difficoltà nella gestione del pallone, dovuta proprio alla necessità di adattare l'approccio sulla sfera ad una fisica che tiene conto di velocità, posizione del giocatore, e relativo angolo di impatto con la stessa.
La rinnovata quanto oggettiva difficoltà dei giocatori nel controllare il pallone in qualsiasi situazione, ha inoltre l'effetto di aumentare la forbice che separa i giocatori più dotati e quelli tendenzialmente più fisici, visto che un calciatore del calibro di Messi avrà certamente meno problemi di altri nel gestire la fase di possesso.
Sotto questo punto di vista, va dato comunque pieno merito al team di sviluppo per aver saputo rimediare al possibile problema derivante da un deciso squilibrio in cambo, intervenendo sull'IA degli atleti gestiti dalla CPU e mettendo così a disposizione un modello di gioco decisamente azzeccato, basato sulla tanto osannata forza del gruppo.

Se infatti è vero che i giocatori più dotati saranno in grado di fare come sempre la differenza, è altrettanto vero che in PES 2011 tutti i calciatori "non umani" saranno comunque capaci di muoversi in maniera piuttosto armonica, e di procedere autonomamente -e tempestivamente- all'effettuazione dei classici movimenti senza palla (diagonali, fuorigioco, raddoppi di marcatura, pressing alto) che hanno fatto la storia del calcio.
Il tutto senza dimenticare ovviamente l'implementazione del controllo a 360° e del famigerato "free pass", in grado di assicurare completa libertà d'azione grazie alla possibilità di gestire a proprio piacimento potenza e direzionalità dei tiri e dei passaggi ai propri compagni.
Fermo restando che il controllo totale dovrà essere attivato tramite una sequenza di tasti, ciò significa che esattamente come nel calcio reale, in PES 2011 sarà di fatto possibile effettuare lanci negli spazi aperti a prescindere dalla presenza del proprio compagno di squadra, così come muovere la palla in determinate zone del campo, al solo scopo di muovere la difesa avversaria e determinare così una superiorità numerica (in zone nevralgiche del campo) altrimenti impossibile da realizzare.

...ma la coperta resta sempre corta
Se la domanda è “siamo davanti al vero gioco del calcio” la risposta purtroppo è ancora una volta no. Nonostante i buonissimi propositi ed alcune scelte piuttosto azzeccate, è proprio sul campo di gioco che Pro Evolution Soccer lascia spazio a non troppe critiche.
Innanzitutto ci duole constatare che nonostante gli anni ed il cambio di sistema di gioco, alcuni dei limiti della serie legati alla presenza di rose non sempre aggiornate (scordatevi Ibra e Robinho al Milan, Jeda al Lecce e Quagliarella alla Juve, e rassegnatevi al contrario ad aver ancora Diego, Trezeguet e Camoranesi in Italia), alla rimessa -telecomandata- del portiere ed all'esecuzione -telecomandata- sia delle rimesse dal fondo che dei calci di punizione rasoterra continuano inspiegabilmente ad affliggere anche questa nuova versione di PES. Secondariamente, a fronte di una nuovo sistema che tiene conto dell'inerzia dei giocatori, non possiamo non notare come il team di sviluppo non abbia saputo approntare un sistema di controllo tale da limitarne i devastanti effetti collaterali, che permettesse cioè al giocatore di non subire la costante frustrazione determinata dall'impossibilità di gestire la palla nelle zone prossime alle linee che delimitano il campo di gioco.

I problemi sopraccitati vanno poi a sommarsi all'eccessiva fiscalità degli arbitri ed alla pessima tendenza degli stessi ad ignorare una regola base come quella del vantaggio, per non parlare poi della pessima scelta in termini di inquadratura (a tre quarti) per i calci di rigore e soprattutto della reattività tutt'altro trascendentale dei portieri, ancora “capaci” di prendere goal a dir poco ridicoli sia dalla media che dalla lunga distanza.
Il tutto senza dimenticarsi ovviamente di alcune scelte a livello strategico francamente incomprensibili. In un contesto così simulativo come quello di Pro Evolution Soccer 2011, lascia per esempio basiti la decisione di inserire una feature decisamente arcade come quella delle skills, capace più di appiattire la distanza che separa lo smanettone di turno dal giocatore più smaliziato, che non di rappresentare un vero e proprio valore aggiunto.

Tecnicamente parlando
Anche dal punto di vista tecnico, Pro Evolution Soccer 2011 non fa altro che confermare il risultato altalenante del sistema di gioco. Se da un lato il gioco si conferma ottimo sia per la pulizia generale, per la qualità degli stadi, la fisica del pallone (ancora la migliore) e per la solidità del motore alla base del gioco (mai rallentamenti nemmeno nelle situazioni di gioco più concitate), dall'altro più di un dubbio emerge su per esempio sul livello di molte animazioni (leggasi anche giocatori ancora troppo legnosi), per non parlare poi dell'eccessivo ritardo sulla risposta ai comandi nelle situazioni più concitate, e sopratutto della eccessivo effetto flipper riscontrabile in particolar modo nelle zone mediane del campo.
Come detto il gioco non presenta solo aspetti negativi, ed a tal proposito ci pare doveroso altresì segnalare l'ottima implementazione sia del nuovo controllo a 360° e del sistema soprannominato free pass (ma a tal proposito qualcuno dovrà spiegarci prima o poi perché obbligare il giocatore ad utilizzare una combinazioni di tasti piuttosto che offrirgli l'opportunità di gestire la feature tramite una semplice opzione del menu), e la presenza come da prassi di un comparto sonoro di primissimo livello, in cui emerge l'ottima telecronaca affidata anche quest'anno al dinamico duo Pardo, “golasso” Altafini

E il multiplayer?
Relativamente alle opzioni multiplayer, dobbiamo riconoscere che il team di sviluppo ha senz'ombra di dubbio cercato di venire incontro alle esigenze degli utenti, riuscendo nell'intento di ridurre finalmente i fastidiosi fenomeni di lag, con un sistema che tenderà a rallentare (ma non a bloccare) l'azione di gioco in funzione della qualità della linea dei due contendenti. Per gli amanti della classica Masterl League, l'introduzione poi della citata modalità nel novero delle opzioni online rappresenta senz'ombra di dubbio la nota più gradita.

Commento
Il cambio di rotta operato con Pro Evolution Soccer 2011 ha indubbiamente giovato. Il passo in avanti c'è stato, le idee di base sembrano esserci, ma restano purtroppo ancora alcune pecche che fanno del titolo di Konami un gioco ottimo solo sulla carta. Certamente un buon punto di partenza, insomma, da cui ripartire per tornare ai fasti di un tempo.

fonte: gamesurf.it



Edited by Miloš 27 ~ - 9/5/2011, 16:56
 
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gianker
CAT_IMG Posted on 9/5/2011, 15:26     +1   -1




Non è male come gioco!
 
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